Inizio col dire che tutti sono utili e nessuno indispensabile, mi batto da sempre contro la sudditanza perpetrata per anni verso il nome sulla maglia. Ho sbraitato una stagione intera non capendo perché Immobile stanco e Luis Nani, dal palmares infinito, facesse la muffa. Lo scorso anno invece, mi chiedevo se avessi sbagliato io a parlare male di Caicedo, assai più incisivo di Ciro, eppure sempre “seconda scelta”.
Ho fatto questo preambolo perché sto per dire un qualcosa che ribalterà interamente il mio discorso iniziale.
A quanto si mormora, pare che Milinkovic non abbia assolutamente gradito la panchina contro la Spal. Chiariamo subito che, essendo un “signore”, non ha alzato alcuna polemica.
A Cristi’ ma chi te lo dice?
E mo’ te racconto!
A riportare il malumore di Sergione, senza però danno collaterale che di solito include urla, è la Gazzetta dello Sport.
Il serbo è stato spettatore non pagante a Ferrara , ok ok capita a tutti, ma la sostituzione nel derby e poi la panchina, son capitate tutte a lui. Eccesso di sperimentazione?
Mettiamoci un altro “ok” : ok, Inzaghi ha risparmiato i reduci Nazionali, ovvero quei calciatori rientrati dagli impegni in madre patria, ma Immobile? Regola che non vale per Ciro. Su questo però soprassediamo e torniamo allo snodo del riposo mentre noi altri eravamo in pausa.
Ci può essere stanchezza, fuso orario, quello che volete, Milinkovic si è fatto la panchina anche in Nazionale contro il Portogallo.
Scelta che ha destato l’ira funesta dei tifosi, costringendo il tecnico Tumbaković, a schierarlo titolare contro il Lussemburgo.
Al momento la situazione non è degna di nota, Sergej fa labbrucce ma non ha mostrato segnali di insofferenza.
L’insofferenza però ce l’ho io. Eh sì e metto sotto la lente d’ingrandimento lo scarso utilizzo del Sergente in questo avvio di stagione. Il serbo, in 3 partite, non è riuscito a disputare l’intero incontro.
Da giovedì tornerà titolare e lo sarà anche domenica con il Parma.
La Lazio ha già iniziato ad annaspare, i ritmi stanno per diventare indiavolati e per uscire dal momento di smarrimento serve Milinkovic.
Per fare un tavolo ci vuole il legno. Per fare il legno ci vuole l’albero. Per fare l’albero ci vuole il seme. Per fare il seme ci vuole il frutto. Per fare il frutto ci vuole il fiore
Ci vuole un fiore, ci vuole un fiore. Per fare un tavolo ci vuole un fiore…
Morale della favola: se tutti gli occhi sono stati su Milinkovic, ha fatto parlare tutta l’estate, è stato una specie di “clausola” per la permanenza di un allenatore, perché al momento gli viene tolta in parte quella che per anni è stata assoluta “Milinkocrazia”?
Maneggiare con cura!