Diciamo che il primo tempo c’ha abbastanza soddisfatti, speravamo in un pareggio che sarebbe stato più che meritato.
Voglio dire che il piglio sembrava quello giusto, Caicedo ben posizionato play offensivo, lo si deve ad una decisione che, seppur aveva destato sgomento prima della gara, si era subito rivelata quella azzeccata.
Immobile, dopo la “tammuriata” aveva chiesto scusa, ma lo stesso è rimasto in panca. A ragion veduta, aggiungo, queste sceneggiate non sono ammissibili in ambito professionale, soprattutto se la mancanza di rispetto è verso il tuo compagno che sta per entrare. Eh già, perché Felipao non può essere un eterno “secondo”, soprattutto con il ritocco di ingaggio che gli è stato concesso dalla società.
Fuori il capitano Lulic, di questo non ne sono troppo convinta visto il poco appeal di Jony con il modulo, fuori pure Leiva, al suo posto un altro “mestierante” come Parolo per nulla compassato.
Inzaghi ha fatto scelte diverse, poi però le cambia.
Spezzo una lancia in favore di Jony diventato un po’ un capro espiatorio. Va sottolineato che non sa difendere e, se ci prova, o lo fa male. Questo lo si evince al di là del gol.
UNA GARA DOPPIA FACCIA
La Lazio non ci sta con al vantaggio di D’Ambrosio e tira fuori il coraggio, la smette di subire ed inizia la cavalcata offensiva. Crea un’occasione dopo l’altra, mette all’angolo l’Inter che è rimasta in vantaggio grazie ad un monumentale Handanovic.
Questa è la storia che racconta un primo tempo soddisfacente e stracolmo di speranze, ma la favoletta del San Siro non finisce qui…..Poi è iniziato il secondo tempo e sappiamo come la Lazio si trasforma nel secondo tempo.
Nello specifico succede quasi niente, Inzaghi lascia la strada nuova per la vecchia e toglie Caicedo ricadendo su Immobile.
Adesso lo posso dire con cognizione di causa: non succede nulla!
I capitolini dapprima aggressivi, iniziano a sentire la pressione, arretrano, arrancano anche se l’Inter svolge un ordinato compitino e niente più.
Si affloscia su sé stessa, non si sale più, Lazzari tocca palla poche volte, non viene quasi mai servito e proprio per questo, nessuno riesce a apposta gli equilibri nell’ area avversaria.
I cambi non si sono rivelati azzeccati seppur in campo Berisha mette il carattere, o almeno così sembra, Immobile rimane a scorrazzare sulla linea del fuorigioco, Leiva abbassa è compassato, o forse fa solo il suo lavoro poco ma onesto ed abbassa la squadra.
Prende a mazzate Sanchez, come detto poc’anzi, non è molto ma è un lavoro onesto.
La Lazio double face: Strakosha non sa uscire, Jony si fa superare, nonostante ciò però, nei primi 45 minuti la Lazio ha fatto sentire la presenza preoccupando il suo ex De Vrij .
Il secondo tempo un copione diverso, non più battute suddivise, ma canovaccio abbozzato. Chi fa teatro capirà, per gli altri a libera interpretazione.
Una cosa però ci tengo a precisarla: a San Siro non si saluta a testa bassa.
Caicedo fuori, un indolenzimento dice Inzaghi, ma non è convinto nemmeno lui. Formazione doppia faccia anch’essa: mezza azzeccata.
Abbiamo solamente visto ciò a cui siamo abituati, un primo tempo a palla, un secondo nel pallone col fiato corto e la pesantezza sulle gambe.
Io ho visto una Lazio spaccata in due. Quella che è entrata in campo era propositiva, aveva “fame” e quella che è ritornata dagli spogliatoi era impegnata a non collassare per la stanchezza.
Un passo avanti, uno indietro, l’attacco ed il mezzo abbozzato catenaccio.
La qualità offensiva che che si mette in mostra, ma poi sparisce, come se la squadra non ce la facesse proprio a stare in piedi per 90 minuti.
Correa è l’emblema del mio discorso. Bello da vedere, tecnico, ma uno che fa 30 e quasi mai 31. Sembra lanciatissimo, un fenomeno senza eguali, poi però “inciampa”, si dà la zappa sui piedi da solo. Anche lui doppia faccia.
MERCATO DOPPIA FACCIA
Partito a bomba, 4 innesti nel corso della prima settimana, poi lo stop e la precedenza alle cessioni. Nessun Mister X, nessun profilo alla Ribery, “l’urlo de Gembionzzzzz”, poi il silenzio di Lotito dopo la sconfitta contro la Spal.
INZAGHI DOPPIA FACCIA
Inzaghi emotivamente nel pallone; prima fa la voce grossa, lascia in panchina Immobile, poi torna sui suoi passi e toglie Caicedo.
Una faccia mostra il coraggio delle proprie idee, l’altra non ha ancora capito come tenere in perfetto equilibrio lo spogliatoio. Una metà di lui vuole capitanare i suoi ragazzi, l’altra metà è preda dei venti e degli eventi.
OBIETTIVI DOPPIA FACCIA
Quarto posto? Dico con estrema sincerità che quest’anno la Serie A non ha raggiunto un livello eccezionale. Eccezione fatta per “le solite note”, anche se il Napoli ha scagliato in casa dal Cagliari, tra le squadre militanti nel campionato nostrano, non esiste una più lanciata o meno lanciata verso la zona Champions.
La Lazio ce la potrebbe fare a svangarla anche se ha perso contro la Spal. Per merito o per demerito altrui, è quisquilie.
Si rincorre un obiettivo da una parte e dall’altra si snobba come al solito l’ Europa League.
Non cerchiamo scuse del tipo che a portieri invertiti avremmo vinto la partita , la squadra è quella che è, abbiamo esultato per Lazzari manco avessimo preso Messi, abbiamo consacrato Jony come fosse CR7, abbiamo dato anche del fenomeno a Vavro perché è stato pagato più di De Vrij.
Esiste la mediocrità? E se davvero esistesse, chi è mediocre dunque? Il mercato? Lotito? Inzaghi ?
O forse proprio noi spaccati stupidamente in due fazioni?