È giunta l’ora del “devo” e non del “potevo”, di accantonare “vorrei ma non posso”, stando alle parole di Claudio Lotito il tempo non aspetta tempo.
“La squadra non ha il mio carattere”, aveva tuonato il presidente alle colonne del Corriere dello Sport, in un’ intervista piena di frecciatine scagliate qui e là.
Le parole che lui ti ha detto…
Inzaghi ha terminato il suo essere “in grazia” e questo lo avevamo capito da un pezzo.
Claudione ha giocato di fino, ma neanche troppo ed ha frugato nel passato facendo battere la lingua laddove il dente duole: Stefan De Vrij.
Entra a gamba tesa scoprendo il vaso di Pandora:
«Nella vita serve buon senso, che passa attraverso l’umiltà, l’interesse collettivo. I meriti sono di tutti, soprattutto di chi ha il coraggio di recepire le intuizioni. Far giocare De Vrij all’Inter? Errori che non dovevano essere commessi, la colpa è la mia, che non sono intervenuto. Io l’avevo detto, secondo me non avrebbe dovuto giocare…l’avevo comunicato ad alcune persone dello staff».
In debito verso il presidente, in debito Simone Inzaghi che ha esaurito il momento “di buona” ed ora deve portare a casa i risultati.
Rolls Royce canta Achille Lauro, Ferrari torna nella hit dei discorsi lotitiani, torna a rombare tra le colonne del Corriere.
Ora ho un dubbio personale e cioè, i lotitiani #loveinzaghi, da che parte faranno pendere la loro bilancia? Dalla parte del Lotito furente, o da quella del capro espiatorio, o presunto tale, quale l’allenatore?
Il patron vede la sua Lazio come una squadra capace di non sfigurare nel regno del “top” dove banchettano le prime della classe. Se questo fosse vero e non fosse solamente un marketing messo su ad arte per la stampa, significherebbe che la mancanza di risultati, le sconfitte a Ferrara, contro il Cluj, poterebbero il nome di un solo colpevole; Simone Inzaghi.
A parer mio, l’andamento stagionale ed il futuro del tecnico piacentino sono legati a filo doppio.
Le parole che lui ti ha detto….
Il calciomercato, come sovente ogni estate, ha generato non poche polemiche.
La tattica di Lotito è stata chiara quanto semplice: confermare i big e rinnovare i big, i giovani big, le vere future plusvalenze, Milinkovic/Correa. Un segnale chiaro che parla di una Lazio non disposta a fare sconti, blindati con una pesante clausola rescissoria, è lievitato anche il tetto ingaggi.
Ma a noi “comuni mortali” rimane una domanda in tasca e cioè, ha fatto tutto ciò in suo potere per costruire una squadra da Champions?
Ha creato aspettative a breve termine, forse il suo più grande misfatto.
Lotito è un carro armato, spesso senza filtri. Una figura controversa che nel mondo biancoceleste che vive continuamente in bilico tra eterna gratitudine ed ingiuria.
Questo è il compito di un vero leader: un padre padrone capace di spaccare un intero popolo. Perché è sempre lui al centro delle discussioni tra noi tifosi, è sempre lui che ci ha divisi in due parrocchie, chi da una parte professa al gran visir, chi lo taccia come la più grande sciagura.
Colui che confessa e si sconfessa.
Arriverà un’altra conclusione di campionato, un altro “giorno del giudizio” , un altro momento per spartire le colpe o fare un mea culpa. Ed arriverà, sia chiaro, anche quello di nuove speranze e continue delusioni.
Claudio Lotito o lo si ama, o lo si odia, stavolta lo si fa per un’intervista.