Leoni in campionato e pecore in Europa League. Forse proprio eliminando il fardello internazionale, la Lazio potrà buttarsi a capofitto nel campionato.
Non è d’accordo Igli Tare che ha commentato “l’eliminazione non è un bene”.
Eppure i biancocelesti salutano il torneo senza nemmeno aver provato a riacchiappare le sorti.
Bye Europa e nel peggior modo possibile, senza nemmeno un tiro in porta. Il Rennes, fanalino di coda del girone oramai privo di ambizioni, festeggia il 2-0, mentre i ragazzi di Simone Inzaghi hanno confermato quanto indigesto sia stato il presenzialismo fuori i confini del Belpaese.
Un match cannato sin dai primi minuti che non ha fatto altro che mettere in luce le lacune sul mercato.
Eh già, perché se hai 3 fronti sui quali combattere, la società avrebbe dovuto preparare la sua rosa.
Oramai ci siamo abituati all’idea: per centrare un’Europa bisognava sacrificarne un’altra.
A pregiudicare ancora di più l’andamento horror dei capitolini, erano arrivate anche le notizie che dalla Romania dove, inaspettatamente forse o forse perché gli scozzesi erano già qualificati e perciò poco interessati al risultato, il Cluj stava schiaffeggiando per 2-0 il Celtic.
Proprio il Cluj ha strappato di mano alla Lazio il pass per i sedicesimi di finale.
Epilogo scontato a cui eravamo già preparati, ma lo stesso rimane un pizzico di delusione.
Il destino non era tutto nelle mani della non-Lazio vista in campo, il 70% infatti era nei 90 minuti del Celtic.
Una gara lontanissima dalla squadra vista quest’ultimo periodo, lontana anni luce da quella che ha tramortito la Juventus meno di una settimana fa.
Ci sta, fa parte del gioco, fa parte del saper dosare le proprie energie fisiche e mentali.
Abulica, incapace di costruire,passiva davanti l’avversaria senza nemmeno un piccolo moto di rivolta.
Brutta pe’ di’ brutta!
Ma ci sta, fa parte del gioco.
Il duo Immobile/Caicedo hanno vissuto in una bolla, Luis Alberto lontano fratello del calciatore ammirato nelle ultime settimane.
La difesa, va beh, possiamo anche soprassedere, Vavro è da brivido in stile casa degli orrori, Acerbi anche non era pienamente in sé e, proprio in questa moria della retroguardia, il Rennes ha potuto giocare la sua onesta, ma inutile, partita.
La Lazio patisce, quasi da farti spengere il televisore urlando “mettete fine a questa pena”.
Ma ci sta, fa parte del gioco, doveva andare così.
La reazione biancoceleste è latitante, solo tanto nervosismo ha accompagnato la ripresa, ripresa nella quale il Rennes ha gestito gestisce il vantaggio senza interdizione alcuna da parte degli “ospiti” confusi.
Il disastro infatti fa da goccia cinese, i giocatori si abbandonano a falli o reazioni scomposte.
Rissa ad inizio ripresa scoppiata in campo per un fallo di Jony su Lea Silliki.
Inzaghi ha l’occhio lungo e capita presto l’aria che tirava, in fretta e furia ha mandato l’isterico Luis Alberto ammonito/rischio rosso, in panca buttando in campo un Berisha per caso.
Non si sono visti fuochi d’artificio, la disastrosa serata biancoceleste ha continuato senza sussulti.
Unico momento entusiasmante? Il debutto in prima squadra del baby Falbo.
La Lazio si congeda dalla mai promessa Europa League nel modo peggiore, un contraccolpo psicologico indolore dopo la grandissima serata vissuta sabato.
Nessuno ci aveva più creduto, il Cluj tristo mietitore ci si è messo di traverso, ma la storia la conoscevamo dal principio:
Per l’Europa che conta bisognava sacrificare l’altra Europa!
Vasco Rossi direbbe:
“Va bene va bene va bene va bene
va bene va bene va bene va bene così
va bene così
Va bene così”