Il 2019 sta per salutare, un anno passato tra picchi ed abissi, picchi altissimi, abissi profondi.
L’ultimo periodo ha fatto dimenticare ciò su cui bisognerebbe riflettere, ma, dopotutto una Coppa Italia + Supercoppa… Che le riflessioni vadano a fottersi.
La piazza romana è stata da sempre molto calda ed ora vive in beatitudine nella più totale apoteosi biancoceleste.
La doppia vittoria contro i “giganti” torinesi con a capo Cristiano Ronaldo, vale quanto il trofeo stesso, ma…
…Ma c’è qualcuno che non si accontenta e sbandiera ai quattro venti la parola tabù “Scudetto” creando grandi aspettative.
Abbiamo sì guadagnato il diritto di sognare, però il segreto del volo è mai perdere di vista la terra ferma mentre ci si alza in quota.
“Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto
chi ha dato, ha dato, ha dato
scurdámmoce ‘o ppassato”
Mi spiego; meritiamo l’euforia, però il campionato non è finito, anzi, è solo a metà.
La filosofia dei “piedi per terra” è stata abbracciata in primis da Luis Alberto che, in un’intervista di non mi ricordo quando, si è limitato a fare spallucce mettendo al bando la parola “scudetto”.
È un sogno, è giusto cullarlo, ma poi arriva il mattino.
Teniamo i piedini per terra e non perdiamo di vista l’obiettivo per il quale si combatte: il quarto posto, se fosse terzo meglio ancora per un senso di puro orgoglio che ti dà salire sul podio. Anche se alla fine non cambierebbe nulla, meglio un bel 3 accostato alla parola Lazio.
Parliamo chiaro, questo campionato non pullula di “big”, ma in questo preciso istante, i ragazzi di Inzaghi stanno molto sopra lo standard naturale delle cose.
Il nostro centrocampo è stato riconosciuto dal maestro del bel calcio Sarri, come tra i più forti e più belli in Europa, abbiamo buttato giù dal trono i suoi “giganti” mentre se ne stanno lassù a guardare le “altre” che annaspano, gli abbiamo strappato via un gran pezzo di gloria, ma….
L’ANNO CHE VERRÀ
…Ma è il momento di tornare coi piedi per terra abbandonando fratello Sole e sorella Luna.
“La vita è totale confusione”, mi disse un giorno un nemmeno troppo vecchio e nemmeno troppo saggio.
La vita è nient’altro che una fastidiosa altalena che oscilla, oscilla e dobbiamo prepararci ai momenti meno memorabili, quelli così così.
Bisogna essere pronti, bisogna saper accettare e, soprattutto, dobbiamo imparare a costruirci i sogni giorno per giorno.
GENNAIO
Torniamo coi piedi per terra e pensiamo alla finestra invernale di calciomercato. La Lazio non è famosa per i top acquisti, nemmeno in estate, ma i fantasmi delle sessioni di gennaio passate, mi tormentano come un tarlo testardo.
Tare aveva dichiarato che non sarebbe stata fatta alcuna operazione in entrata, ma adesso la società dovrà realmente capire cosa davvero ha intenzione di fare, dove realmente vuole arrivare.
A Claudio Lotito approdare in Champions League basta e di conseguenza, questa squadra avanza.
Nessuno arriverà da lontano rischiando di spostare gli equilibri, anche se un difensore di livello mica ci farebbe schifo, ma tra ds e presidente regna il Vavrismo, corrente filosofica che crede fermamente nella folgorazione di Vavro sulla Via di Damasco.
Parlando chiaramente, non servirebbe rimpolpare solamente la retroguardia, ma dare una ritoccatina qui e là, un makover della rosa, discorso che però verrà rimandato alla bella stagione.
Inzaghi ha qualche altra alternativa credibile?
L’ardua sentenza ai posteri…
Senza proferir parole grosse, come “Scudetto”che sennò a salire troppo in alto un senso di vertigine mi attanaglia, bisogna credere che il 2020 ci porterà quello che spasmodicamente andiamo cercando: un posto sul treno Champions League.