Non è una coincidenza, i numeri affermano che quella “dell’ultimo minuto” non può essere considerata una mera coincidenza.
13 su 41 le reti messe a segno da 75′ e 6 invece le gare vinte nel finale, ma nel finale proprio, anche oltre il 90’.

Ed ecco il nuovo “caso”: La Lazio vive in Zona Cesarini!

Se ripenso allo scorso anno, a quella rosa spesso tanto fumo e niente arrosto, quella squadra che sì, partiva a bomba ma aveva scagliato contro il Chievo retrocesso, noto che la costante dell’ultimo minuto è nella testa.
Non è un caso, anche se ha dato via ad un “caso”.
La Lazio che iniziava a correre, pressava, sprecava occasioni e poi….e poi i soliti 20 e più minuti di blackout.
Ogni volta, nel finale, tutto ciò che poteva andar storto sistematicamente c’andava!

Improvvisamente le gambe non sorreggevano più i giocatori, la difesa si perdeva in bicchieri d’acqua grossi come oceani, l’attacco iniziava a mirare alle stelle, nel vero senso della parola poiché i palloni li ritrovavano in tribuna.
Il centrocampo smetteva di comunicare e faceva inutilmente reparto a sé stante.
Ed ecco che si apriva il baratro.

Brutti ricordi eh?
Oggi è cambiata la musica, stessa squadra roba diversa.
Capace di addormentarsi, rallentare le partite, alternando fasi quasi pedanti di “passaggetti”.
La Lazio se ne resta in finestra, studia l’avversario e lo colpisce nel finale.
Qualcuno può pure chiamarlo c**o, io dico “maturità”.

Gli aneddoti che hanno portato alla vittoria nel finale sono talmente tanti, quasi tutti i match, che “fortuna” non la si può proprio chiamare.
E di questo ne abbiamo avuto la riprova sabato, quando all’ultimo momento, Ciro Immobile ha sconfitto il Napoli!

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