Non si può piacere a tutti, lo sa bene Achille Lauro. È la frase che nella vita ripetiamo più spesso, parlando di noi, degli altri, di Sanremo e calcisticamente valutando un calciatore. E se ce n’è uno a cui medesimo concetto può essere applicato, costantemente oggetto di critiche o di difese a spada tratta, è sicuramente Adam Marusic.
Dopo lo sbarco di Lazzari a Formello, infortuni e roba varia, il montenegrino era sparito dai radar per riapparire fugacemente mercoledì.
In tanti lo hanno additato come l’anello debole, me inclusa, eppure Simone Inzaghi per tanto tempo si era ostinato, a volte irrazionalmente, a puntare su di lui, scansando indietro nelle gerarchie il povero Patric adesso tornato col nuovo ruolo a nuova vita.
Nell’estate del 2017 fu Tare a puntare all-in su Marusic.
Quasi 7 milioni spesi, inizialmente una riserva, il suo momento arrivò con l’infortunio di Dusan Basta.
Inzaghi gli accordò fiducia, ma scelta fu più o meno azzeccata?
Partendo dal principio, posso tranquillamente ammettere che, nonostante il debutto nefasto, Adam aveva messo in luce l’appeal discreto con la fascia grazie alla corsa e la fisicità.
Una stagione vissuta da protagonista a metà, sufficentemente utile alla fase offensiva, meno in quella contenitiva.
Insomma, uno Jony di oggi.
Tre gol e nove assist dell’ex Oostenda nella stagione 2017/2018.
Basandosi su questi numeri rincuoranti, la scorsa annata sarebbe dovuta essere quella della conferma.
Qualcosa però non va nel verso giusto, anzi, se dapprima il tallone d’Achille del montenegrino era la difesa, le defaillance si ripetono anche in attacco, tra cui vorrei annoverare i cross tirati addosso agli avversari.
Che l’esterno non fosse un giocatore portato alla retroguardia lo avevamo capito, che però fosse addirittura capace di scordarsi anche come attaccare, era forse lontano dai più neri pronostici. Invece successe!
Partito Felipetto, con Inzaghi che non ha alcuna intenzione di concedere fiducia a Patric, Marusic diventa ciò che passa il convento.
L’arrivo a gennaio di Romulo però, mette al buon Adam il pepe sotto la sedia perché la maglia titolare inizia a vacillare e l’amore del popolo laziale è tutto per il neo innesto.
Lo è ancora, in tanti avrebbero tenuto Romulo mandando al Genoa Marusic.
Intanto si fa strada il calciomercato estivo, l’obiettivo della Lazio diventa Manuel Lazzari, evidentemente anche il testardo Inzaghi aveva capito che la Lazio viaggiava con un’ala spezzata, la destra.
Ora potrei sembrare cattiva, a tratti un po’ s****a, ma non faccio altro che raccontare la verità: per tutta la precedente stagione, il gioco biancoceleste era totalmente sbilanciato a sinistra.
Il Marusic al quale siamo abituati non è chissà quale top player, o calciatore rifinito. È una riserva onesta, non è certamente uno capace di spostare gli equilibri o cambiare le partite.
Ma, signori miei, Adam nasconde del buono.
Il montenegrino non può contendere il posto a Lazzari, stiamo parlando di due galassie differenti, può però farlo rifiatare.
Ha il super potere di esserne il vice e come spesso ha dimostrato, quando la maglia titolare va sfumando, il buon Adam si sveglia.
Adesso, Marusic aveva fatto 9 assist nella stagione 2017/2018, possibile aver dimenticato tutto?
Che sia colpa degli acciacchi?
Benvenuti al Marusik Park, un po’ meno di un colossal, con molti meno dinosauri… Anche se, ogni tanto, vederlo giocare è stato più che altro un “romanzo criminale”.
Perdona Adam, sono una bastarda senza gloria impenitente!