Dalla Capitale si espande a macchia d’olio il successo della retroguardia biancoceleste: in tutta Europa soltanto quattro squadre hanno subito di meno.

La Lazio è la sorpresa/non sorpresa del campionato.
Intendiamoci, oramai è una realtà che figura tra le prime 6, sempre presente in Europa League, una consolidata esperienza in Coppa Italia… Ma, in questa stagione, nessuno avrebbe mai pensato di poter parlare addirittura di “Scudetto”.
Con un mercato che , oltre a Lazzari, si è concluso nella pochezza, nessuno avrebbe mai azzardato l’ipotesi di trovare proprio a Formello l’anti-Juve.

La cosa che però ha lasciato sbigottito il tifoso biancoceleste, non è la magia di Milinkovic, i gol di Immobile, Luis Alberto, o il treno merci Lazzari.
Su di loro era facile scommettere.
A stupire per davvero il tifoso biancoceleste, è stato quel fattore inatteso, quel fattore che per anni è stato l’anello debole: la difesa e quella a 3 specialmente.
Per carità, ora che ad esempio Lulic non c’è, qualcuno ipotizza ancora una linea a 4 con un cambio modulo, però pur rimanendo nel mantra di Inzaghi,  abbiamo scoperto di avere un superpotere sconosciuto.
Imprevisto: il segreto della Lazio è proprio la difesa.

Se fino allo scorso anno il mister piacentino poteva vantare numeri mostruosi in attacco, pagava dazio col rovescio della medaglia, tante reti segnate sì, ma altrettante subite.
La risposta a questo fenomeno e a questa retroguardia sgangherata, qualcuno l’aveva banalmente individuata nel ruolo calcistico di Simone Inzaghi.
Se uno nasce centravanti, allora come tecnico sarà portato ad offendere più che contenere.
Teoria che fa acqua da tutte le parti, specialmente guardando il Frosinone di Alessandro Nesta, non semplice difensore, ma IL difensore.

Ok, ok, i numeri forse danno ragione alla tesi “bomber/allenatore offensivo”.
Prima stagione 51 gol subiti.
Numero mostruoso che però, anche impercettibilmente, è migliorato nel tempo fino ad arrivare alla stagione attuale: 21 in 24 gare e, se dovesse continuare così, possiamo supporre la chiusura del campionato con un numero che si aggira intorno ai 30.
Noi ci auguriamo molti meno ovviamente.
 
Eppure la Lazio non si è votata al “catenaccio”, anzi, tutto sanno fare tranne i “catenacciari” e non ha mai perso la verve di attaccare il nemico a viso aperto.
Ma allora Inzaghi ha imparato a fare il “difensore”?
Inzaghi ha studiato la situazione a tavolino ed ha posto rimedio al problema.
Il centrocampo ha beneficiato dell’arretramento di Luis Alberto in mediana accanto al duo alieno Leiva/ Milinkovic.
A proposito di Milinkovic. In molti si lamentano da due anni a questa parte, del “serbo ad intermittenza”. Lo ripeterò fino alla nausea, Inzaghi ha deciso per un ruolo più contenitivo, non solo Alberto, anche Sergej è stato arretrato.
Meno spettacolo e più solidità, non a caso nella lamentela sterile e inutile dello scorso anno “Milinkovic dorme”, fu proprio lui ad essere eletto come “miglior centrocampista della Serie A”.
E non aggiungo altro.

Che sia bastato qualche piccolo aggiustamento in mediana per far smettere alla difesa di ballare?
Può darsi, può essere… Non lo so… Strillo cose… Ma parrebbe proprio così.
Per anni horror puro ed ora punto di forza.
Oh, i giocatori sono gli stessi.
Oh, solo il cambio De Vrij/Acerbi.
Oh, c’è Vavro!
Oh, Inzaghi ha fatto i compiti a casa!

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