La nostra storia racconta, sin da quel 9 gennaio lontano 120 anni, grandi successi e lungo buio. A partire dal primo Scudetto della discordia che ci fu negato, alla disgraziata Lazio del 1974 destinata ad un triste epilogo per molti dei suoi protagonisti, i capitani in galera, il caso Cragnotti… Insomma, noi abbiamo la pellaccia dura.

Racconta anche però vere storie d’amore e, facendo un giro sul web, nel tempo, ho raccolto una classifica “lazionalpopolare” dei giocatori “bandiera”, ovvero i più amati dalla piazza biancoceleste.
Racconti di tantissimi anni fa, da Piola a Nesta.
Qualcuno ne resterà fuori da questa speciale HIT, ma non basterebbero altri 120 anni per nominare tutti coloro che hanno vestito la nostra gloriosa maglia.
Innanzitutto bisogna nominare Giorgio Chinaglia e separarlo dal gruppo. Giorgione non avrà mai eguali, Giorgione non fu semplicemente un calciatore della Lazio, Giorgione fu lazialita’ coi suoi estremismi e le sue fragilità.

Andiamo dunque alla nostra TOP LOVE

Silvio Piola
Facciamo un vero e proprio ritorno al passato remoto. Alzatevi in piedi e fate un inchino doveroso: si parla del più grande del calcio italiano.  Il tifoso si identifica in un ruolo che quasi sempre corrisponde al leader: il centravanti. Per la Lazio in questo ruolo si sono distinti diversi campioni. Ma forse nessuna figura, nel calcio passato e moderno, ha raggiunto le dimensioni di Silvio Piola, l’attaccante per antonomasia. Leggenda italiana e leggenda biancoceleste.

Roberto Lovati
Uno dei pezzi più pregiati, quello che c’è sempre stato, sia nei momenti d’oro che in quelli da dimenticare. “Bob” non aveva mai lasciato la Lazio da quando l’aveva conosciuta,  ha sempre vissuto con lei.

Giuliano Fiorini
Anche lui è entrato nell’Olimpo biancoceleste. Sudore e fatica, si è fatto amare. Non era tecnicamente il più forte, ma è il ricordo dell’uomo che salvò la Lazio a sette minuti dalla fine di tutto.  Nessuno ne parla mai al passato quando ne parla. Quel gol figlio della disperazione che salvò la vita biancoceleste e  cambiò un intero popolo. Ha segnato ieri, segna oggi, segnerà domani. Non se ne parla quanto se ne dovrebbe, quanto meriterebbe, ma lui non è morto, è solamente che ogni tanto non lo andiamo a disturbare.

Paul Gascoigne
Se di lui si ricordano gli aneddoti , e chi non ne ha uno, i suoi eccessi, la vita dissennata, si farebbe presto a pensare: un pazzo che faceva il calciatore. Ma Gazza è stato uno dei giocatori più entusiasmanti che l’Inghilterra abbia mai regalato al mondo. Quando il genio superò la sregolatezza. A raccontare solamente della follia bambinesca, rischiamo di perderci il resto. Gascoigne alla Lazio ebbe una conseguenza cittadina e dentro le mura urbane, mise  fine alla supremazia giallorossa in epoca di prosperità di Viola,  allontanando le macchie del calcioscommesse dieci anni prima dai biancocelesti. Fu la scintilla che la incoraggiò ad essere competitiva. Chiedete chi era Gazza e vi risponderanno: il più forte di tutti.
Il campione che si distinse tra i campioni con una bottiglia di vodka in mano, il campione che esce dalla massa e non si misura in record, ma nel talento assoluto.

Beppe Signori
“Re” Beppe Signori, colui che ha acceso lo stadio diverse volte nella sua carriera alla Lazio, colui per il quale un intero popolo scese in piazza e ne bloccò la cessione. Arrivato dal Foggia divenne l’iconica figura del bomber biancoceleste, il vero leader, l’inarrivabile.  3 volte capocannoniere in 4 anni.  «E segna sempre lui»….L’affetto dei tifosi laziali verso Beppe Signori non conosce epoca.

Simeone
Nella Lazio c’erano giocatori come Veron, Almeyda e Sensini. Quella è stata la squadra più forte dove in tanti hanno giocato, tra questi Diego Pablo Simeone. Perché è così amato? Perché quando entrava dava tutto, anche per soli 5 minuti.  Un calciatore è un calciatore. Simeone fu acquistato per il suo spirito guerriero e per essere nel 90% dei casi sempre decisivo. Proprio perché un combattente, è riuscito a trasformare un gruppo di materassai presi dalla Madrid non patinata, portandoli alla gloria. “Cholo” è tra gli allenatori più stimati degli ultimi anni. E pensare che qualcuno disse “non ha la stoffa”.

Alessandro Nesta
Con il capitano che “non finisce mai” , chiudiamo questa classifica. Forse il pezzo più prezioso della nostra classifica, colui che col suo addio alla Lazio salvò la Lazio stessa. Fu l’ultimo atto d’amore.
Il 31 agosto quando la sua cessione divenne ufficiale, a Roma si scatenò il putiferio. Alessandro lasciò la Lazio dopo 9 stagioni in maglia biancoceleste in cui ha vinto 6 trofei: “Il mio sogno era quello di giocare per sempre con la Lazio, ma non c’è stata la possibilità. La Lazio doveva venderci per fare cassa, ma farmi passare addirittura per uno che voleva andare via non è stato proprio carino e mi ha ferito“.
Colui che col suo saluto fece piangere un’intera generazione di laziali. Alessandro Nesta elevò il ruolo del difensore e lo riscrisse dalle basi. “Il più forte del mondo”, per la prima volta si vide la tecnica abbinata alla cattiveria agonistica.
E se ne sta ancora lì seduto guardando dall’alto quasi tutti i difensori che hanno provato a seguirne le impronte, ignobilmente. Nesta uno era, il resto mere imitazioni mal riuscite. Nelle sue due date di addio, alla Lazio ed al calcio giocato, ha scavato un solco profondo.
Lontano dai proclama, Alessandro è sempre stato un elegante antidivo.

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