Gennaio: un mese freddo che, oltre al Capodanno, ha poche gioie da offrire. Anzi, si porta via tutte le feste.
Ma è giusto toglierlo dal calendario?
No, non dovrebbe esserlo soprattutto per il duo atomico Tare/Lotito.
Allora ripenso a Caicedo, a Ciro Immobile che allo Stadio Olimpico di Torino si sono beccati la massima ammenda calcistica: l’espulsione per la prossima gara.
Al che faccio la conta… Correa, Correa, Corr…..
Adekanye. No.
Djavan Anderson. No/forse/non si sa.
Così mi chiedo: ma se Olivier aveva Giroud la testa alla Lazio, non c’era un altro attaccante in giro?
Poi torna a colpire la maledizione delle fasce. Oramai ce la portiamo dietro da qualche anno.
Non si è mai trovato, o forse non lo si è cercato con dovizia di particolari, il sostituto ideale per Senad Lulic.
Ora il capitano ha alzato, purtroppo, bandiera bianca, con lui Marusic e Simone Inzaghi resta con Jony più volte mostratosi altalenante e Lukaku da maneggiare con cura.
Dopo un vuoto cosmico, a meno che non si trovi il coraggio di buttare nella mischia un giovanissimo e sconosciuto al calcio dei "grandi" Falbo, una volata finale così importante però, rischia di bruciare un esordiente ai primi passi anche se di necessità si fa virtù, ancora una volta.
Finalmente capisco il senso profondo di gennaio.
Da Torino ci siamo portati via i 3 punti, il secondo posto, tutto molto bello e poi un insolito senso di ansia bussa alla mia testa.
-Non ce stanno l’attaccanti!-.
Nemmeno un fior fiore di difensori, ma va beh, nemmeno un fior fiore di esterni e che co…Jony!
Chissà se, a questo punto della corsa, Tare si stia pentendo di aver dato a Simone Inzaghi così poche alternative.
In questo momento c’è poco da recriminare. L’Atalanta era la partita più difficile, dopo una lunga sosta hanno patito tutti, anche quelle che a gennaio il mercato lo hanno fatto.
Inzaghi forse ha capito come affrontare questa inedita formula del campionato 2.0, coi tempi troppo ravvicinati ed il caldo.
Questo campionato 2.0 senza Lulic, ripreso senza Leiva, deve però in qualche modo aprire una serie di ragionamenti tra i corridoi alti di Formello.
Perché se quello invernale si chiama "mercato di riparazione", un significato deve pur averlo.
Le gambe reggono poco, la temperatura andrà peggiorando per le prossime partite.
E Simone Inzaghi che ha in panchina?
Giocheranno i big col fiato corto, saranno spremuti fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno. Si abitueranno al caldo, alla fatica, anche se bisognerebbe avere cambi soprattutto per loro.
Lukaku non era più nei nei piani biancocelesti, ma va bene per sostituire un sempre poco incisivo Jony, necessità fa virtù anche buttando nella mischia Djavan Anderson.
Non mi stupisce, arrivare col fiato corto non è una novità.
Lo sapevano e sono usciti dall’Europa, Coppa Italia, proprio perché tutti lo sapevano è stato onestamente ammesso.
Si rischia sempre di pagare un conto salato a fine campionato. Anche questo sappiamo.
Allora blocco i pensieri, mi distraggo perché altrimenti divento la colpevole, l’antilotitiana militante, mentre, in verità, non ho mai dimenticato che stiamo attaccati alla vetta avendo speso du’ spicci sul mercato.
Le copertine corte forse vanno bene lo stesso, in estate quelle lunghe non servono.
O forse no?