Denis Vavro arrivò alla Lazio per una cifra record, o almeno record in confronto ai parametri di Claudio Lotito.

In tutta questa esosità furono inseriti anche i bonus, ovvero i cosiddetti gettoni presenza. Ma Vavrone quando arrivò davvero alla Lazio?

Il giorno in cui Simone Inzaghi si ricordò di averlo in rosa. Oh, sempre che lo ricordi ancora e non sono proprio sicura di ciò.


Ieri, il Corriere dello Sport o quello della Sera chiedo venia non ricordo e magari era il Messaggero, ha puntato i riflettori sulla panchina biancoceleste. È davvero corta? 

Parlando proprio di "riserve", non potevo non pensare al Vavrone dimenticato.


Social-mente attivo perché il buon ex Copenaghen posta parecchie foto con belle didascalie.

A distanza di un anno qualcuno come me, si chiede ancora il motivo che spinse il padre padrone di Formello a sborsare ben 12 milioni. 

I maligni diranno che sono cose riguardanti il mondo dei procuratori… Io invece continuo a far spallucce.

Penso, anzi, che Denis sia alla stregua di una Vuitton patchwork.

Non è la cosa più bella che il famoso brand abbia prodotto, la usi una o due volte perché ce l’hai e poi la riponi nell’armadio con tanto di custodia.

E continui a chiederti perché hai speso quella cifra per una Vuitton patchwork…


Vavrone nazionale ha la stoffa fisica del difensore, una bella branda messa lì per spaventare gli avversari, ma per la stoffa del fuoriclasse forse bisognerà aspettare un altro decennio.


In Europa League ha giocato titolare, la Lazio era uscita a mani basse senza ghirigori, ma: Vavrone non era stato il peggiore.

La società capitolina aveva sacrificato sull’altare una Europa per conquistare quella più mondana.

La Lazio oggi è in Champions League.


Fatto sta che Inzaghi ha sempre Acerbi e si dimentica di lui, infatti mio fratello fa più minutaggio a Call of Duty in una sera che Denis in un anno a Formello.

Ma Vavro chi è?

Cerco di aprire i cassetti della mente cercando qualcosa di memorabile e, incredibilmente lo trovo.

Torno indietro di un anno ed un pensiero mi passa per la testa, forse i 12 milioni non sono stati tutti persi.

L’ex Copenhagen non ci sta a far da tappezzeria e, seppur fuori dal campo, fece sentire la sua voce tanto che rimediò una espulsione…dalla panchina contro la Fiorentina.

Ah, il buon Denis è uno che le cose di certo non te le manda a dire. Anzi sì, ti ci manda mentre te lo dice.


Vavrone però, forse non tutti sanno, è il vero "Braveheart."

Vavrone poco amore e tanta capoeira…

Vavrone e il rhum a Caracas.

Tu vedi nero io vedo Vavro.

Se dovessi iniziare una rissa, lo farei solo con Vavrone al mio fianco.


Ci sono calciatori che riescono a farsi amare per cose che vanno ben oltre il piedino raffinato ed ecco perché io nutro una simpatia viscerale per Vavrone.

"Il rosso de Vavro".

Gli avrei concesso addirittura la copertina di Vanity Fair.


:– Seeee va beh, ma che simpatia del caiser è?!-.

È vero e perciò arriviamo alle cose più da CTCP, comitato tecnico calcistico da poltrona e alla titolarità del buon Denis.

Contro il Genoa gioca i suoi primi 90 minuti in Serie A.

Sarà la prima e l’unica volta, poi ci sarà il COVID, lo stop del campionato… La fiera dell’Est e mio padre che decide di comprare un topo.


"Non si giudica un libro dalla copertina".

Grande lezione che tutti dovremmo imparare nella vita, eppure non la impariamo mai e continuiamo a giudicare.

Io, rea di aver giudicato senza reale cognizione Caicedo, non farò lo stesso errore con l’ex Copenhagen.

Ci son cascata di nuovo già con Hoedt.

Perché mi sono affezionata a Vavro?

È successo in un momento forse e se al principio lo avevo guardato con occhi colmi di imprecazioni, all’ultima giornata dello scorso campionato qualcosa in me è cambiata.

Eravamo al San Paolo, capitolo finale di una stagione infernale tra COVID ed isolamento.

Napoli vs Lazio e ,tanto per non fare torto alle tradizioni, gli animi non erano distesi.

Volavano offese, minacce di calci in c**o a chi che sia, Inzaghi si era spettinato addirittura, Gattuso…va beh, Gattuso è Gattuso… Bagarre, è pieno caos con zero amore e tanta capoeira.

Improvvisamente un lampo di Vavro laddove solo Stefan Radu aveva osato.

Un lampo di Vavro, gli annali della storia e

quel ragazzone dal Copenhagen….

L’ho visto…. Era proprio lui mentre si avventava sul collo, o sulla faccia dipende dalla telecamera, di uno spaventato Elmas.

Album di famiglia: Radu vs Callejon.


Denis Vavro sulla copertina di FIFA 20… Il resto è noia.

Chiamiamolo come si deve: "attaccamento alla maglia", forse inspiegabile eppure era nel pieno mood "per lei combattiamo".

I gradi sulla casacca Denis se li è conquistati così.

Con la Nazionale in Nations League, Vavro ha mostrato buona personalità, alternata grande lentezza ed errati posizionamenti del corpo, a robe decenti. La postura in campo, oltre alla lingua, dovrà essere rivista a Formello dove la dirigenza spera che il difensore possa tornare con continuità.

La speranza è che l’acquisto da 12 milioni della scorsa estate possa non rivelarsi un flop.


Cosa ha pagato allora Claudio Lotito? Qual’è la recondita ragione che lo ha spinto oltre la soglia dei 12 mln?

La cattiveria, il Braveheart nascosto in Denis Vavro.

E per il calciatore…. Ce ne sarà ancora da vedere, credo, penso, spero.

Poco amore e tanta capoeira. Ecco perché gli si vuole bene!


Vavro è già leggenda!



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *