Notevole passo indietro questa volta!
D’accordo, quella vista quest’oggi al “Mapei Stadium” sarà stata anche una Lazio più sfortunata del solito, passata in svantaggio grazie ad un rigore inesistente ma ad onor del vero è apparsa ancora una volta troppo timida e poco autoritaria lontano dalle mura amiche, rispetto a quanto ci aveva abituati a far vedere l’anno scorso. Mister Pioli, intervistato a fine gara ai microfoni della stampa, preferisce non parlare degli assenti e di una infermeria che oramai è diventata la più affollata della serie A, sempre più simile ad un “Lazzaretto” ma la realtà dei fatti è che senza i due fari del centrocampo Biglia e Parolo, il muro olandese De Vrij e con un’attacco ancora a mezzo servizio, cercare di portare a casa un risultato positivo diventa impresa davvero ardua, soprattutto quando chi è chiamato a subentrare (Onazi e Cataldi su tutti), non posseggono lo stesso temperamento e le stesse doti tecniche dei titolari e ciò a prescindere dall’avversario che si ha davanti. Probabilmente (molti pensano) se si fosse riusciti a fare propria l’intera posta in palio anche con un pò di fortuna, non si sarebbero tirati in ballo i soliti problemi di rosa che l’allenatore biancoceleste è costretto ormai a dover fronteggiare con una cadenza quasi mensile, invece non è affatto così. Basta riavvolgere il filmato delle gare precedenti, per accorgersi del resto di come dal rientro di Biglia, la squadra abbia ripreso a muoversi armonicamente e sincronicamente, inanellando tre vittorie consecutive accompagnate da un gioco che stava cominciando a diventare molto simile a quello della stagione scorsa. Forse, l’unico errore che si può imputare quest’oggi al tecnico emiliano, è stato solo quello di lasciare per troppo tempo in panchina Keita, uno degli uomini in questo momento più in forma della rosa che dal momento in cui è entrato in campo, ha ravvivato le fiamme di un’attacco apparso sin lì troppo arido, ma sinceramente cercare di voler trovare per forza un capro espiatorio, ci sembra davvero eccessivo. Quanti allenatori avrebbero lasciato in panchina Felipe Anderson e Candreva? Il vero problema è piuttosto un altro; la rosa è stata costruita male, acquistando troppi esterni offensivi e pochi centrocampisti e difensori. Sarebbe difficile per chiunque, Sarri, Garcia o chicchesia, trovarsi al posto di Pioli e vestire i panni del piccolo chimico che si chiude ogni settimana in laboratorio cercando di trovare la soluzione migliore che possa risolvere definitivamente i problemi che affliggono la linea mediana. Mescolare Cataldi ed Onazi assieme è stato un insuccesso? Allora avanti con il prossimo esperimento (che sia Milinkovic-Savic arretrato in cabina di regia)? Un ingrediente in realtà ci sarebbe ovvero ritornare immediatemente sul mercato nella finestra di Dicembre per rimediare agli errori fatti nei mesi scorsi ma tra il dire ed il fare, c’e’ per ora di mezzo in mare. Che dire, la palla passa ora alla società o meglio a Lotito…..