Non è facile per me parlare di Sergio Cragnotti, soprattutto in questo periodo ricordando le "domeniche cragnottiane" con lo stadio strapieno. No, non è facile soprattutto oggi che lo stadio sembra essere stato spazzato via dal COVID. E allora scende quasi una lacrima.
Mi manca il "presidente", sì, lo confesso. 
Per me è ancora "il presidente", anche questo confesso. E nulla toglie, non c’è nessuna velata critica a Claudio LotitoSo benissimo che roba scontata pensarlo, so perfettamente pure che da qui ad una manciata di secondi il mio viaggio nel ricordo terminerà e so quanto mi farà incazzare, ma è inevitabile.
Tanti anni volati via nel giro di un pensiero.
Sergio Cragnotti, per me, è il passato più glorioso, ciò che arriva anche prima dei calciatori stessi. Solo un nome ripetuto in continuazione, ripetuto nei momenti di bile, al bar, tra amici , quattro chiacchiere e ‘na birretta, raccontando la Lazio che fu l’anello di congiunzione tra quella di una generazione passata e la mia.
Sergio Cragnotti, un nome che diventa tormento.
Colui che i colori biancocelesti li fece rispettare nel mondo.
Da Gascoigne, -ma quanto era forte Gazza, rega’-, il rimpianto Ronaldo (  non Cristiano), i successi…. E poi gli anni difficili.
Ma oggi non si parla di cose brutte, le conosciamo -ahinoi- troppo bene, oggi è un giorno speciale.
Io nasco in Piazza della Libertà, il 9 gennaio di 121 anni fa!
Oggi, è anche il compleanno di Sergio Cragnotti e forse, mi dico, era stato il segno del destino. 
C’è un legame tra la la Lazio ed il suo ex Presidente: uno scudetto, l’ultima Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, due edizioni della Coppa Italia e altrettante della Supercoppa italiana. 
Un’ epopea che racconta un grande romanzo italiano tra rinascita, fasto e decadenza.
In primis però, sono pagine illustrate su un affetto indissolubile tra Cragnotti ed il suo popolo, un affetto mai messo in discussione.
La differenza col presente c’è, c’è eccome. E lo dico senza velata critica alcuna.
Fatto questo doveroso plauso all’ex Presidente, RIMARCO il fatto che nemmeno i guai giudiziari, tristemente celebri, hanno spezzato questo legame.
La Lazio arrivò in cima al tetto d’Europa. Punto. Il merito è di Sergio. Punto.
Chi quella Lazio se la ricorda, come me, ha provato la desolazione, ha perso per qualche tempo la sua identità.
Cioè, io non so nemmeno se esista una colpa.
Cioè, io non so nemmeno se la desolazione sia normale nel processo di cambiamento.
Presidente illuminato, per tutte le gioie e anche nei dolori, la Lazio di Cragnotti non sarà mai dimenticata. Come non dimenticherò mai di dire "GRAZIE".
Buon compleanno Presidente, Buon compleanno Sergio.

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