“Mi fai tremare il cuore, mi fai smettere di respirare”…. Per te pure il grande VASCO.
Ciao, dovete sapere che la solita logorroica-convulsiva propensa al mappazzone mia maniera di commentare, oggi ha lasciato il passo a ‘na certa ansietta da prestazione.
Ciao, dovete sapere che non è affatto facile parlare di Milinkovic, tutto ciò che di bello c’era da dire, fare, “opinionare”, l’ho spalmato in mille post, in mille “violini suonati dal vento” in questi anni.
E, dunque, scriverò il commento più brutto per il calcialtore più bello di sempre.
Ciao, dovete sapere che io, in ogni partita, qualsiasi inquadratura in cui appare MILINKOVIC anche solo di striscio, la metterei in evidenza su DAZN. Perché si.
No, scusate, ma quanta roba è? E’ calcisticamente meraviglioso. Sarà che la pluralità delle percezioni è la cosa migliore che ci sia al mondo, però io lo trovo davvero splendido. Senza obiezione alcuna.
E se tira in porta “oddiomesentomale“.
Probabilmente amo quelle eccessive sicurezze perché, chi c’ha Milinkovic Nun trema e, più semplicemente, amo pensare ogni volta: “Che culo che sei nato”.
Rega’ ma io mi sono commossa. Non so esattamente cosa abbiamo fatto per meritarcelo, ma oltre la sequela infinita di mappazzoni-strappalacrime, quando Milinkovic la butta dentro e si tocca l’aquila cucita sul petto, io riesco a vedere ancora… Un calcio “romantico” senza procuratori che ti fanno mette’ sotto contratto quello piuttosto che l’altro, che stanno sempre in mezzo alle balls e che buttano i propri assistiti nel club che offre di più. Perché, de ‘sti tempi, il pallone lo fa la moneta sonante, non certo il romanticismo.
La storia di SERGIONE è iniziata molto lontano da qui, molto lontano dal SERGENTE e non suona per niente nuova nell’universo Formelliano.
A parole arrivò uno sconosciuto, uno che però, a differenza di moltissimi prima di lui, aveva pianto per venire alla Lazio. Eh sì, aveva pianto per davvero. Merito del suo mito Sinisa Mihajlovic, forse gli dobbiamo pure questa.
In principio fu messo in discussione, dopotutto lo scetticismo nei confronti di Tare ci ha fatto prendere per il culo anche giocatori che si sarebbero poi rivelati fortissimi. (Luis Alberto, tanto per dirne uno).
Il gigante arrivato dal Genk ha percorso una lunga strada sino a diventare quello che oggi chiamiamo SERGENTE.
Perché la bellezza non si deve spiegare, non si deve raccontare. La bellezza È.
“Mi fai tremare il cuore, mi fai smettere di respirare”….
Innamorarsi di nuovo in una serata troppo fresca rispetto a quelle precedenti, tanto che sembrava addirittura fuori stagione. Innamorarsi di questo numero 21 che tiene fede all’antico codice del talento, un giuramento alla nascita che in pochi fanno nel calcio moderno, un calcio che guarda solo i numeri, quanti che osa in paragoni esagerati e questi paragoni diventano il valore assoluto sul mercato, tutto a discapito del romanticismo.
In un calcio moderno dove si parla solo di procuratori e prezzi, MILINKOVIC che si tocca l’aquila cucita sul petto, mi fa venire i BRIVIDI, non solo quelli di Mahmood e Blanco.
Vorrei parlare della poraccitudine di alcune indiscrezioni riportate dalla stampa e mi faccio coraggio, perché qui, il disagio dilagante è appena ri-cominciato: ” sulle tracce del Sergente ci sarebbero Juventus e Milan in Italia, oltre che PSG e Manchester United all’estero“.
Ho letto ieri, ma attenzione, ha già comprato un attico a Parigi, o no, probabilmente ha affittato un piano della Mole Antonelliana perché chatta con Allegri.
But…. Fidateve de me, è già stato venduto al Cittadella.
“Mi fai tremare il cuore, mi fai smettere di respirare”….
Ragazzo d’oro per la Lazio, da oggetto del mistero ad uno dei centrocampisti più ambiti in Europa: la storia di Milinkovic-Savic si racconta facilmente. Senza intoppi.
Quasi 2 metri di altezza, un CATERPILLAR COI PIEDI FATATI, tecnica e possenza fisica unite in un connubio perfetto.
Sergej non lo puoi discutere, te ne puoi solo innamorare.
Nato il 27 Febbraio del 1995 a Lleida, il nostro SMS ha incontrato la Lazio -suo destino- per la prima volta il 6 agosto 2015.
“Mi fai tremare il cuore, mi fai smettere di respirare”….
Oppure c’è anche l’opzione epidermica che, in generale, è un regalo di madre natura. Quando madre natura decide di darti tutto, fisico pazzesco per fare il calciatore, piedi da ballerino per accarezzare il pallone, precisione e potenza per buttarla in porta.
Pazzesco, per me pazzesco.
Mi sono completamente incartata dietro a Sergej, anche se la mia preferenza per Felipe Anderson sembra comunque abbastanza spiccata. Ma un vecchio detto cita: “Si possono amare più persone contemporaneamente e tutte con lo stesso dolore. Il cuore ha più stanze di un bordello”.
Ho simpatie ed affetti così evidenti, non riesco a nasconderli e nemmeno mi interessa provarci. Mi butto e seguo le sue sensazioni, tanto di pali in fronte non è mai morto nessuno, mal che vada, mi sarò sgolata in preda a furibonde emozioni e un paio di imprecazioni che fanno sempre bene alla salute.(Cia’ Patric, vedi te penso sempre?!).
Mi struggo, esulto, tiro fuori i “mille violini suonati dal vento” e interpreto il mio ruolo migliore, che è quello della tifosa davvero innamorata del proprio calciatore.
Una tifosa che non ha i dubbi e non deve trovare qualcosa che renda problematica la pure la vittoria e
-GIAMMAI!- arriva al punto di chiedersi “ma quindi Milinkovic va al PSG?”
Pure perché, a ‘na certa, comincerei a chiedermi se ho esagerato anch’io col Moët come uno qualsiasi a Sanremo.
Comunque, pur fingendo di non sapere che, mentre lui si preparava a fare l’esamino di quinta elementare io molto probabilmente stavo festeggiando la maturità a suon di B-52 bevuti alla goccia, dico che il gusto è soggettivo.
Nella vita si può piacere molto a poche persone e spesso nemmeno quello.
Il GUSTO è personale. MILINKOVIC è oggettivo e cade qualsiasi metro di paragone.
“Perché buongiorno amore è bellissimo, ma pure Milinkovic non scherza”.
Simplemente, Xoxo.