L’Olimpico poteva non essere benevolo per i due ex illustri giallorossi Antonio Cassano e Vincenzo Montella. Una Lazio figlia della paura e del nervosismo in campo, troppo incerta e titubante e verrebbe da chiedere come sia possibile con giocatori come Biglia, Candreva, Parolo e Anderson, così solo per citarne alcuni.
Questo si era visto prima dell’esultanza per il gol di Alessandro Matri, che per poco tempo aveva regalato l’illusione di salire almeno quei tre punti necessari in classifica prima della sfida titanica a Milano contro la capolista. Esultanza agrodolce era stata, in un’euforia troppo accesa stile finale Champions League e forse Marchetti questo pensava quando si è infortunato per festeggiare. ” Tragicomico” all’ inglese verrebbe da dire ricordando le commedie amare in stile “Il bello di chiamarsi Ernest”. Proprio quell’infortunio sarà galeotto qualche minuto dopo: L’extra-time di 4 minuti che sembravano non finire mai ed i tifosi che tenevano il fiato sopspeso fino all’ultimo perchè proprio all’ultimo la Samp si era accesa grazie a Muriel, centravanti velocissimo che in qulache occasione era riuscito a bucare la difesa biancoceleste.
Ma l’eroe blucerchiato , ahinoi, non è stato Muriel, ma Berisha, ricordiamolo perchè spesso rischiamo di dimenticarlo; portiere biancoceleste. Perchè lui proprio non riesce a non fare una minchiata, anche entrando sul calare della fine del match. Rischia l’espulsione facendo guadagnare ai blucerchiati il calcio di punizione del pareggio al 47’esimo della ripresa. La partita era finita, la partita era chiusa, i punti erano a Formello. Tra le lacrime di Biglia, i fischi e l’amaro sul volto di Radu, la Lazio pare proprio essere destinata a non gioire mai. Una rosa che sulla carta ha tutte le caratteristiche tecniche di fascia medio-alta e ancor di più questo ci fa chiedere: perchè? Perchè la crisi non si sconfigge?
Cercando però di vedere il bicchiere mezzo pieno, pur non essendo sbronzi, qualcuno da salvare c’è: Konko, Candreva, i lampi di Felipe e l’impegno di Miro Klose che a dispetto di quel foglio che riporta una data anagrafica forse nemica al calcio, continua a correre e buttare sudore. Troppa sfortuna però anche per il panzer di Opale, che c’ha provato, che si è reso protagonista nel primo tempo delle due azioni più pericolose per la Samp. Nervosismo presente anche sulle due panchine, Montella e Pioli che delineavano sul viso le espressioni preoccupate di due squadre che proprio no, non potevano perdere. I due tecnici esprimevano in quelle espressioni tirate il clima teso del match, raccontato anche dai 22 nel rettangolo verde dominati dalla paura 23 esimo uomo in campo.
Paura che la faceva da padrona, che faceva sì che ognuno singolarmente avesse timore di fare un passo falso e che spingeva a chiudersi piuttosto che provare. Errori, passaggi sbagliati, nervosismo eccessivo e Berisha, che se è vero che per la Nazionale albanese è un eroe, noi ricordiamo a gran voce che gli eroi devono stare in patria! Per almeno 24 ore Lotito potrà star tranquillo perchè a Roma oggi c’è qualcuno più contestato di lui.