La pausa natalizia ha lasciato spazio ad una domanda: la vittoria a Milano è un segnale definitivo di ripresa, o frutto della oramai consolidata bipolarità biancoceleste?
Parliamo di “bipolarità” se guardiamo il percorso in campionato: Asfaltata clamorosa subita dal Chievo e dal Napoli, sconfitta in casa inferta da un Milan traballante e pareggio amaro all’ Olimpico contro un Palermo a pezzi firmato Ballardini, , che salvò però per un soffio la panchina di Pioli. Sull’orlo del baratro oramai, i biancocelesti partirono alla volta di Milano e contro tutti i pronostici esistenti al mondo, dimostrarono che le missioni impossibili sono una specialità di Formello. “Bipolarità” chiusa nei tanti volti che ha la Lazio pur essendo un’unica squadra: timorosa, traballante, disconnessa quella che si era presentata in campo anche contro la Samp e cinica, attenta, inviperita quella di Milano. Capitan Biglia e compagni quale maschera indosseranno essendo chiamati a fare il gioco duro su tutti i fronti?
CAMPIONATO- Fermi al decimo posto, anche se in risalita, la zona Champions oramai sembra aver preso il largo del tutto, anche perché all’equazione dobbiamo aggiungere i punti di distanza da Inter, Fiorentina e Napoli. La remuntada della speranza però è ancora possibile se pensiamo all’Europa League, lontana ma non impossibile e dopotutto tanto va l’Europa a largo che la Lazio può metterci lo zampino! L’abisso non è incolmabile, ma se riempito col “niente” ancor di più spalancherà la porta. Nella corsa frenetica in campionato si presenterà , all’alba del 2016, una Lazio carica di belle speranze che dovrà diplomarsi come squadra da top five sdoganando l’antipatica posizione a metà classifica. A questo si può ambire destando ancora una volta, come solo la Lazio può fare, lo stupore di chi non ci crede più allontanando il malcontento generale che aleggia tra Formello ed i supporters. Consolidare la panchina è l’ obiettivo individuale di Pioli e lasciarsi la crisi alle spalle è quello degli undici in campo.
EUROPA LEAGUE- Diversamente dal campionato, l’aria europea ha giovato alla Lazio che ha chiuso le qualificazioni come capolista nel proprio girone. Qualcuno ha dato il merito del risultato al sorteggio troppo benevolo che ha messo i biancocelesti davanti ad avversari troppo evanescenti. Chiuso però definitivamente il capitolo Leverkusen, parlare di fortuna in Europa è sterile: ricordiamo che il Rosenborg è campione di Norvegia, il Dnipro è il vice campione d’Europa uscente che perse la Coppa in finale per un punto contro il Siviglia ed il Saint-Etienne non era poi scadente. L’urna di Nyon però gira ed il sorteggio ha messo sulla strada dei biancocelesti il Galatasaray, tanto ostico a Lotito per la tarantella perpetrata in due sessioni di mercato: Ylmaz sì, Ylmaz no. Nel menù dell’ Europa sarà dunque servito il kebab for breakfast o la carbonara nostrana?
COPPA ITALIA- Ai quarti di Coppa Italia la Lazio ritroverà a poca distanza temporale la bestia nera, anzi bianconera, la Juventus di Max Allegri. Agli ottavi il bianco ed il nero hanno portato fortuna, ma stessi colori e squadre diverse, archiviata la parentesi Udinese adesso ci saranno Pogba, Dybala ed il resto della banda. Non può piovere per sempre e l’epilogo non può essere sempre il medesimo, anche se la Juve è tra le più temibili della Serie A, se non la più temibile, il segnale da Milano mette nell’ottica di poterla comunque giocare cercando di tirare in porta il più possibile. Alla Lazio che spera, che sogna e che ci prova, diamo appuntamento ad un nuovo anno pieno di cose belle e tanta lazialità, augurandoci che davvero il cielo sia sempre più biancoceleste!