Il cielo è sempre più blu con una buona dose di bianco. Non importa se la manita non è stata fatta al Real Madrid, la cosa che stasera mi sento di dire è che una squadra grande ha battuto l’ultima in classifica, senza se e senza ma, come è giusto che sia e come ci si aspetta.
Perdonate il mio biancoceleste ottimismo di una laziale di parte senza ombra di dubbio, però dopo tanto buio e tanto sangue amaro per i pareggi orribili e le sconfitte, voglio respirare a pieni polmoni e non guardare le pecche. Voglio solamente dire: questa sì che è vittoria. Ed è vittoria perchè ho rivisto in campo Stefano Mauri che qualcuno dava già in pensione, ho rivisto Felipetto, anche non essendo tornato alla forma d’oro, quel guizzo e quel qualcosa ha dimostrato di non averlo dimenticato. E’ vittoria quando ho visto Klose che pur non trovando il gol ha servito l’assist che ha mandato keita in rete ,quasi a dire “Ehi, io ci sono ancora” e sono felice per Matri bellissimo ancor di più quando esulta e lo fa davvero, come fanno i ragazzini sotto casa nelle partitelle condominiali.
Per Sant’Antonio che comunque ci mette sempre lo scarpino pur entrando a fine match e per Lucas Biglia. Sono vittoriosa perchè da laziale ho rivisto la mia Lazio. Gridare alla forma ritrovata è sempre cosa da non fare, soprattutto perchè adesso Capitan Biglia e company se la vedranno con il Galatasaraay e la posta in gioco si alzerà anche in campionato, ma questa vittoria serviva e serviva all’umore di Pioli, a quello dello spogliatoio e al nostro. C’è qualcosa di cui non sono felice, nè mi sento vittoriosa: sono le pecche in difesa che sembrano a volte irrecuperabili. Hoedt deve ancora crescere, ma il tempo per ambientarsi oramai quanto ancora ne serve? Questo ragazzo sicuramente ha i numeri, ma la scommessa è troppo a lungo termine ed un altro “vedremo prima o poi” lasciando spazio all’immaginazione, forse se lo può permettere la Juventus o il Napoli che hanno fior fior di titolari, noi no. Mi dispiace per il giallo a Mauricio, che forse difende con eccessiva veemenza e fa rischiare sempre qualcosa di troppo.
Ma se c’è una cosa che mi rende ancor meno felice, è aver intravisto Ravel Morrison scaldarsi e poi tornare a sedere in panchina. Allora mi domando io: ma è il ragazzo a non volere una possibilità, o questa gli viene negata? Risposta che purtroppo morirà nel dimenticatoio come le tante riguardanti il non mercato. Altra cosa che non mi fa essere felice è proprio il mercato, perchè penso che con i giusti innesti che dovevano essere fatti in estate, forse non staremmo qui a parlare relegati a metà classifica. E lo dico perchè il gruppo c’è ancora e con un difensore, un centrocampista e un attaccante di qualità, chissà, magari il big match che sabato affronteranno Napoli e Juventus sarebbe potuto essere anche il nostro. “Big match”, da quanto non sentiamo questa parola parlando di Lazio! E se c’è una cosa che davvero mi rende infelice più delle altre, è vedere lo stadio vuoto quando le bandiere sventolavano alte anche ai tempi della Serie B, quando i laziali erano un popolo con un presidente che si adoperava per loro. Lotito ha avuto solo il merito di svuotare l’Olimpico e far disamorare i tifosi dello stadio e se non hai la gente, allora non sei neanche il presidente!
Queste son polemiche che fanno il loro tempo, che vanno avanti da oltre dieci anni, mentre la Lazio è ora, è l’oggi ed il presente parla di una remuntada difficile ma non impossibile per figurare tra le partecipanti in Europa anche l’anno prossimo: ad attendere i biancocelesti nei prossimi tre turni ci saranno Frosinone, Sassuolo e Torino. Impossibili? No, ma insidiose sì. Per il momento non pensiamo a domani e godiamoci, per le poche volte che abbiamo potuto quest’anno, una bella vittoria: forza su, usciamo a rimirar le stelle!