Ciak si gira: buona la prima tra le mura dell’Olimpico nel segno della panchina firmata Simone Inzaghi, la nuova era biancoceleste è cominciata, gli umori in campo sembrano esser tornati alle stelle ed è anche ora di spolverare qualche nome tenuto nell’armadio per tanto tempo.
Patricio Gabarròn, ma noi lo chiamiamo semplicemente Patric, ex Barcellona B, fantasma a Formello fino a poco tempo fa e contestato anche lui, pare aver giovato della cura Inzaghi. il tecnico biancoceleste ha dimostrato di voler puntare sui cambi di gioco rapidi, tecnica che sembrava un po’ smarrita e se di smarrimento parliamo, bisogna parlare anche di sorprese ritrovate, anzi, inaspettate. Non Biglia, non Keita, insomma nessuno dei soliti noti, i numeri parlano chiaro ed il più preciso nei passaggi è stato bensì Patric. Titolare più per necessità che per scelta, si è dimostrato tra i migliori in campo, il giovane spagnolo finalmente ha fatto vedere il Barcellona che è in lui perché puoi togliere il ragazzo dalla “Cantera”, ma non la Cantera dal ragazzo. Buona la seconda dunque anche per il terzino, certo è presto per cantar al campione di casa Lazio, ma dopo tanto tempo a chiedersi : “ ma chi è ?”, finalmente possiamo rispondere: “niente di così malaccio”.
PIACERE, SONO PATRIC- Statistiche a parte, cerchiamo di conoscere Patricio Gabarròn più da vicino, così tanto per prendere un po’ di confidenza. Chi è? Che fa? Classe ’93, nel 2008 è entrato a far parte della Cantera del Barcellona dopo l’esperienza con il Villareal. Pensate, nel 2014 ha debuttato coi grandi in occasione della fase a gironi di Champions, anche se la partita è stata un po’ sfigata e la meglio in quell’occasione la ebbe l’Ajax, quanti di noi possono dire d’aver giocato con Messi? Nessuno ed infatti lo può dire Patric! Che fa?
Abitualmente gioca da terzino destro, ma è molto duttile e quindi non si offende se lo fanno giocare da ala pura o interno di centrocampo, insomma dove lo mettono sta! Non grido al “top player” , però è giovane, è un calciatore flessibile, certo ha margini di crescita e forse Inzaghi ha trovato il modo per dargli il via. C’è da dire inoltre che il tempo passato in campo è stato poco, quindi aspettiamo che finisca il rodaggio e vediamo che succede, anche De Vrij ebbe bisogno di due partite per ambientarsi alla nostra Serie A e fu un po’ contestato all’inizio, quindi questo ci insegna che a “prima vista” spesso si sbaglia . La sfortuna di Patric è stata quella di vivere la Lazio e la lazialità in un momento negativo nel segno del malcontento generale per una stagione dai contorni drammatici e per debuttare non è l’ideale perché spesso nei momenti negativi si tende a veder tutto buio, forse più di quanto sia in realtà. Basta però una partita giocata bene e se hai fatto del tuo ti viene riconosciuto, l’ombra di pessimismo si sposta un po’ più in là lasciando posto al famoso bicchiere mezzo pieno.
Così è stato per Patric che in due partite ha messo a tacere i disfattisti e si è guadagnato la possibilità di dimostrare che a pallone ci sa giocare. Il tempo dirà se è stata fortuna o talento, poi la giornata “no” capiterà anche a lui come è capitata a tutti, ma basta metter via quella diffidenza che oramai ci accompagna, perché tra il fuoco incrociato tra dirigenza e tifosi spesso ci rimettono i giovani “debuttanti allo sbaraglio”. Tra quello che è stato e quello che sarà, diciamo solo una cosa: Inzaghi, salva il soldato Patric!