La risposta al titolo di questo articolo è paradossalmente sia semplice che complessa, ma prima di esprimerla è doveroso fare una breve sintesi di quanto accaduto (e accadrà) in casa Juventus.
Giornata di fuoco quella di lunedì scorso alla Continassa, dopo diversi spifferi circolati nel pomeriggio e con la procura di Torino con il fiato sul collo, quasi l’intero cda della Juventus ha rassegnato le proprie irrevocabili dimissioni, ponendo dunque fine all’era Agnelli.
Oltre a lui, a lasciare sono stati anche il vicepresidente Nedved e l’amministratore delegato Arrivabene, senza contare i membri Laurence Debroux, Massimo Della Ragione, Katryn Fink, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio, Giorgio Tacchia e Suzanne Keywood.
Un atto di responsabilità dicono loro, in verità – messi alle corde – non c’erano davvero altri modi per evitare l’arresto. Infatti, in vista dell’approvazione del bilancio, e viste le premesse della Procura di Torino, i dirigenti dovevano fare una scelta: apportare modifiche sarebbe sembrata un’ammissione di colpa, mentre non modificare nulla poteva apparire come una reiterazione del reato contestato.
Di fronte a questo bivio, quindi, ecco le dimissioni di massa. Grazie a questo, e solo grazie a questo, la Procura ha valutato di rinunciare all’appello contro il diniego del gip sugli arresti domiciliari chiesti alcune settimane fa nei confronti dello stesso Agnelli e di altri membri del Cda.
Tra i principali nodi da sciogliere, quei famosi 4 mesi di stipendi non retribuiti tra Marzo e Giugno 2020 e frutto di una movimentazione di denaro decisamente poco chiara oltre che illecitamente unilaterale.
Non c’è momento in cui non emergono ulteriori e clamorosi dettagli sulla vicenda, particolarmente rumorosa è stata l’intercettazione telefonica ai danni di Cesare Gabasio, avvocato a capo del pool legale del club, rivolte a Federico Cherubini. La parte importante riguarda l’oramai famosa “carta Ronaldo“ che non doveva in alcun modo saltare fuori “perché se succede ci saltano alla gola, tutto sul bilancio i revisori e tutto. E poi ci tocca fare una transazione finta“.
Di cosa si tratta? Ebbene, tra i circa 30 milioni di euro letteralmente spariti con questa operazione, solo il portoghese, fresco di risoluzione di contratto dal Manchester United, potrebbe rivendicare un credito di 19,9 milioni di euro con la Juventus. Un’enormità considerando il momento, che potrebbe portare a scenari economici piuttosto catastrofici.
Vi chiederete, cosa fa la FIGC in questo complicato momento? Nulla, o quasi.
Tramite il suo massimo esponente Gabriele Gravina infatti, ci tengono a farci sapere che nessuna iniziativa verrà intrapresa finché il processo non dimostri delle verità inconfutabili, scagliandosi contro le leghe di altri paesi (LaLiga ha chiesto una punizione esemplare per la Juventus): “Siamo a stretto contatto con l’Uefa, anche qui vediamo alcune riflessioni e attacchi gratuiti da parte di chi dovrebbe guardare in casa sua. Credo siano piuttosto fuori luogo. L’Uefa è un organo internazionale in contatto con noi, quindi aspettiamo il processo e poi tiriamo fuori le conclusioni”.
E mentre da un lato tiriamo a forza un sorriso decisamente amaro, nel constatare che una situazione che prevede arresti, falsi, indagini e reati di diverso genere era stata silurata a tempo record dalla giustizia sportiva con un ‘tutti prosciolti’ in primo grado, persino adesso ci si rifiuta di riaprire il processo se non in presenza di ulteriori elementi, possiamo finalmente rispondere alla domanda che ci facciamo dall’inizio.
Quali ripercussioni potrebbe avere questo terremoto sulla Serie A? Cosa rischia la Juventus?
Potenzialmente tanto, tantissimo. Realisticamente è difficile dirlo con certezza, perché se da un lato lo scenario prevede persino l’esclusione dal campionato in corso e dalla partecipazione alle coppe europee nei prossimi anni, appare decisamente improbabile che ciò avvenga. Molto più probabile che ci si limiterà ad una penalizzazione di qualche punto, forse nemmeno tantissimi per una sorta di italianissima soluzione alla ‘volemose bene’ .
Sarei felice di essere smentito, resto connesso nel caso.