Mai come in questa stagione mi è parso evidente quanto spesso le mie prime impressioni si rivelino essere quelle giuste.
Leggendo commenti sui social ad agosto e con un occhio buttato sui nuovi arrivati, Casale specialmente, mi ero fatta da subito l’idea che fosse un difensore pazzesco con i controc@gli@ni e non il solito ragazzetto superficiale, troppo inesperto per una responsabilità come la Lazio.
E a giudicare dalle opinioni sul web, ero stata tra i pochi.
Io la monetina l’avevo puntata su di lui e, porca miseria c’avevo azzeccato, gente.
Stessa roba Patric, trattato che manco il figlio della serva, con Sarri erano bastate una manciata di partite in più per farci capire che Gabarron di pazzesco non c’aveva solo l’immotivato morso a Donati, che mi aveva pervasa di cringe che manco Hoet a certe vette, ma col tempo si è rivelato tutto tranne che scarparo privo di attitudine.
Con la partenza di Acerbi, Luiz Felipe e Strakosha, era stato in principio più difficile del solito immaginare cosa sarebbe successo, col calciomercato di mezzo a cui, se va bene, vengono dedicati dieci minuti random tra giugno e luglio.
Ma se ad un certo punto è arrivata la quiete dopo la tempesta, è stato assolutamente merito dei protagonisti che, mai come quest’anno, si sono distinti.
E parlo di Alessio Romagnoli il colpo di mercato per antonomasia, Casale e Provedel.
Su Gila sospendo il giudizio, ma non fatico a credere che prima o poi troverà il suo spazio. Storia vista altre millemila volte.
Idem Maximiano.
Nonostante sia ammirato Sarri per il gioco offensivo, è arrivato il momento di sfatare il mito: 11 gol subiti, seconda difesa migliore dietro la Juventus (7).
Il reparto arretrato è praticamente una rivelazione.
Il trash, i momenti imbarazzanti, con buona pace del Midtjylland, sembrano essere un lontano ricordo.
Solidità e compattezza.
Parole confermate dai numeri.
Per anni siamo stati abituati a elementi imbarazzanti capaci di far sperare nella titolarità di Bastos. E a mani basse per giunta.
Non eravamo proprio abituati ad
Alessio Romagnoli che si è imposto subito come leader, Nicolò Casale ha saputo ritagliarsi i suoi momenti e Provedel che ha fatto la differenza.
A ‘sto giro ci avranno sicuramente privato della di sano trash – che è un po’ il motivo principale per cui non mi perdevo in un disagio abissale- ma calcisticamente parlando è stato bello scoprire che non tutto il calciomercato vien per nuocere.
Come il più classico cliché formelliano.
Era solo questione di tempo.
E di trovare le persone giuste, soprattutto.
Sarri ha preteso tanto, ma ha anche dato altrettanto, ha sempre detto le cose nel bene e nel male.
Ps. Tanta solidarietà a ‘sto Mister che fa summit con Lotito e Tare, chiusi nella stessa stanza, comunque.
Simplemente, Xoxo.